//Virus EBOLA: si può prevenire ?

 

 

 

Aggiornamento al 18 gennaio 2016    (tratto da: Science by Kai Kupferschmidt “Ebola is back…or never left”)
Ebola is back“…E ‘stata una celebrazione durata poco. Poche ore dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato finita  l’epidemia di Ebola in Africa occidentale, la Sierra Leone ha registrato un nuovo caso di malattia. Una donna di 22 anni era morta all’inizio della settimana, ed era risultata positiva per il virus. …. omissis……..
La Sierra Leone era stata dichiarata  “Ebola free”  il 7 novembre 2015, ed è entrata nel periodo di 90 giorni di sorveglianza intensificata. La stampa riporta che la donna morta di Ebola era andata in ospedale ed è stata rimandata a casa. Questo episodio chiama in causa la preparazione degli ospedali in Africa Occidentale  e la capacità di affrontare il virus anche dopo la più grande epidemia di Ebola mai registrata.”

 

Aggiornamento al 21 ottobre 2014
Ci sono buone notizie di stampa -21 ottobre 2014 – dalla Sierra Leone relative ad EBOLA pubblicate dal giornale locale Standard Times Press.  Si stanno iniziano a vedere i benefici trattando i malati con argento nano colloidale a 10ppm:
“this works; people are getting better.”
L’annuncio governativo è stato fatto dal ministro Alhaji Alpha Kanu:  “Ebola Treatment Is Working According to Official In Sierra Leone, So Why Such Opposition?”
Come può vedere l’articolo si fa una domanda: perchè tanta opposizione da parte della FDA, WHO ed altri?
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La febbre emorragica Ebola è una malattia virale causata dal virus Ebola che si traduce in sintomi non specifici precoci della malattia che causa emorragie interne ed esterne (sanguinamento) con il progredire della malattia. La febbre emorragica Ebola è considerata una delle infezioni virali più letali; il tasso di mortalità è molto elevato nel corso delle epidemie va dal 50% al 100% delle persone infettate, a seconda del ceppo del virus Ebola.

 

Fatti

Il nuovo focolaio ha avuto inizio in Africa nel marzo 2014, alcuni pazienti infetti hanno raggiunto centri urbani più grandi e sono stati ricoverati in ospedale. Purtroppo, molte persone potrebbero essere state esposte al virus in città, causando più infezioni (e morti). Questa epidemia si è ora diffusa alla Guinea e nei paesi limitrofi Liberia e Sierra Leone.
Secondo le ultime stime dell’Oms, aggiornate al 12 agosto 2014, in Africa occidentale i decessi sono 1.013  su 1.848 casi censiti.

La scoperta del virus Ebola è piuttosto recente; infatti è stato scoperto per la prima volta nel 1976 in Africa nello Zaire in un villaggio nei pressi del fiume Ebola da cui è derivato il nome del virus. Si conoscono cinque ceppi del virus: quattro ceppi di Ebola hanno questi nomi: Zaire, Sudan, Tai Forest, e Bundibugyo. Il ceppo Zaire è il più letale. Un quinto ceppo definito Reston è stato trovato nelle Filippine.
I focolai sono in Congo, Gabon, Sudan, Costa d’avorio, Uganda e Filippine.
Si diffonde per contatto diretto con il sangue e le secrezioni ed anche col contatto di sangue e secrezioni umane negli indumenti/oggetti delle persone infette e attraverso aghi e siringhe infette.
Sintomi della febbre emorragica, che ha un periodo di incubazione da 2 a 21 giorni, sono: febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, debolezza e in progressione diarrea, vomito, dolori allo stomaco, singhiozzo, rush cutanei e sanguinamenti interni ed esterni.
La diagnosi precoce è complicata a causa dei sintomi che si presentano aspecifici; in ogni caso se vi è il sospetto il paziente va subito isolato e devono essere avvertite le autorità sanitarie.

Non esiste una terapia standard, è possibile solo la terapia di supporto. La terapia di supporto è il mantenimento dell’equilibrio dei fluidi, degli elettroliti, della pressione sanguigna e il trattamento delle eventuali complicanze infettive del paziente.
La prevenzione della febbre emorragica Ebola è difficile; l’isolamento del paziente, oltre a barriere di protezione per gli operatori sanitari (mascherina, camice, occhiali e guanti), è molto importante per impedire la diffusione dell’infezione.

Immagine del virus Ebola, al microscopio elettronico; FONTE: CDC / Frederick Murphy
Immagine del virus Ebola, al microscopio elettronico; FONTE: CDC / Frederick Murphy

La ricerca di un vaccino contro i virus Ebola è in corso; vaccini efficaci sono stati sviluppati su animali da esperimento (topi e porcellini d’India ma non ancora per i macachi e le scimmie). I laboratori di ricerca stanno lavorando intensamente per sviluppare un vaccino efficace che utilizza virus geneticamente modificati, virus ricombinanti, e virus Ebola inattivati.Purtroppo oggi nessun vaccino è al momento disponibile.

 

Le ricerche sul virus Ebola

Già nel 2008, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (USA-DOD), in collaborazione con altre agenzie federali ha condotto una ricerca clinica sull’uso di nanoparticelle d’argento contro Ebola e altri virus della febbre emorragica. E’ sorprendente scoprire oggi che cosa hanno trovato. Hanno trovato che le nanoparticelle d’argento AgNPs (argento colloidale) sono altamente efficaci contro questi virus letali, tra cui il virus Ebola.

Hanno poi presentato i loro risultati alle autorità di regolamentazione federali degli Stati Uniti preposte alla salute. Ma la conclusione degli studi e la relativa presentazione è stata tenuta top secret. La presentazione si chiama “Silver nanoparticle neutralization of hemorrhagic fever viruses”
Questo documento, inizialmente secretato, è stato successivamente de-classificato e reso pubblico.

La conclusione della ricerca è stata che le nanoparticelle d’argento hanno “effetti neutralizzanti potenti contro i virus della febbre emorragica”, tra cui Arenavirus e Filovirus (cioè, Ebola).

Questo quadro di ricerche è stato condotto sotto gli auspici della DOD’s Defense Threat Reduction Agency (DTRA) e il Comando Strategico degli Stati Uniti (USSTRATCOM) Centro per la lotta contro le armi di distruzione di massa.
Riportiamo  la prima pagina della presentazione qui a fianco.Presentazione Silver nanoparticles DoD

La presentazione è stata fatta dai ricercatori di biotecnologia applicata Branch, 711th Human Performance Ala della Air Force Research Laboratory; ovvero le stesse istituzioni ed autorità responsabili di mantenere la sicurezza della loro nazione da minacce esterne come il bioterrorismo.
In buona sostanza si afferma che l’argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) blocca il virus Ebola e altri virus che provocano le febbri emorragiche impedendone la replicazione all’interno delle cellule stesse. Quando non c’è replicazione virale all’interno delle cellule, non c’è diffusione dell’infezione!
I ricercatori hanno anche scoperto che la neutralizzazione del virus da parte dell’argento colloidale si verifica durante le prime fasi di replicazione virale. In altre parole, l’argento antimicrobico per essere efficace, va assunto preventivamente o comunque entro poche ore dal contatto con un individuo infetto.
Un’altra cosa interessante che i ricercatori hanno scoperto è che una proteina enzimatica chiamata Catepsina B ha dimostrato di giocare un ruolo essenziale nella replicazione del virus Ebola. L’argento in nanoparticelle (AgNPs) agisce sull’attività della Catepsina diminuendola e così limitando ulteriormente la replicazione virale nella cellula e la successiva diffusione del virus ad altre cellule.

Ed infine, di gran lunga la cosa più interessante, i ricercatori hanno scoperto che solo concentrazioni molto basse di AgNPs sono necessarie e sufficienti a prevenire la replicazione del virus. Infatti concentrazioni di argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) di 10 ppm (parti per milione) hanno funzionato meglio di più alte concentrazioni es.  25 ppm o 50 ppm. Questo dimostra ancora una volta che l’uso di particelle molto piccole di argento è molto più importante della loro concentrazione.

Efficacia su altri virus
Le nanoparticelle d’argento AgNPs si sono dimostrate efficaci anche contro altri diversi tipi di virus come quelli dell’immunodeficienza umana (HIV), dell’epatite B, dell’Herpes simplex, del virus sinciziale respiratorio. Una prima importante testimonianza documentata dell’efficacia antivirale dell’argento colloidale si ebbe durante una epidemia di vaiolo avvenuta nel 1913 alle isole Mauritius. Rimandiamo all’articolo in questo sito “L’argento colloidale e le Isole Mauritius; una storia di cent’anni fa” che testimonia della straordinaria attività dell’argento elettrolitico nei confronti del vaiolo, riportata sul British Medical Journal un secolo fa

2016-02-12T10:27:58+01:00