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Newsletter n. 3/2016Gentile Lettore
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Alcune idee preconcette sulla salute
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Nell’informarsi sulla propria salute capita di imbattersi in idee preconcette o in pregiudizi diffusi. Eccone alcuni su cui cerchiamo di fare chiarezza.
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1.Il sonno prima di mezzanotte è più riposante VERO e FALSO
Durante la notte si susseguono 4-5 cicli di sonno della durata complessiva di 90 minuti ciascuno. In ogni ciclo avvengono, a ritmo alternato, due tipi di sonno: il sonno a onde lente (Non-REM) della durata di 75 minuti e il sonno REM o sonno paradosso, della durata di 15 minuti. Durante il sonno REM gli occhi si muovono rapidamente (REM=Rapid Eyes Movements). Il sonno Non-REM si compone a sua volta di tre fasi, la terza delle quali si chiama "sonno lento profondo". Durante questo sonno lento profondo, il cervello rallenta al massimo la sua attività mentre durante le altre fasi il cervello rimane più o meno attivo e ancora soggetto agli stimoli esterni. La fase di sonno lento profondo si verifica 2-3 volte per notte, nei primi cicli di sonno, ed è per questo motivo che si dice che il primo sonno è più riposante. Per le persone che vanno a letto intorno alle 23:00 il sonno prima o subito dopo la mezzanotte è più riposante. Ma se il sonno inizia più tardi, per esempio dalle 1:00 alle 2:00 del mattino, la situazione è la stessa: sono i primi cicli di sonno (a qualunque ora esso cominci) che ci permettono di recuperare e di sopportare meglio l’abbreviamento o la privazione del sonno. Va ricordato che la quantità di sonno lento profondo non cambia, indipendentemente dal fatto di essere dei “normali dormitori” o dei “grandi dormitori”.
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2. Durante il sonno si memorizza meglio VERO Memorizziamo in due modi: attraverso la memoria dichiarativa, che ci aiuta a conservare le informazioni ben strutturate e quella di carattere generale la memoria procedurale, che può conservare il ricordo delle attività ripetitive e automatiche della vita quotidiana. La memoria si forma in un ordine ben definito : - la codifica è la fase che permette alle informazioni di essere codificate nel cervello per essere meglio trattenute. - il consolidamento permette al cervello di memorizzare le informazioni e creare ricordi per il lungo termine. - il recupero permette al cervello di recuperare le informazioni anche dopo diversi anni. La memoria è ancorata nel cervello grazie alla creazione di connessioni nervose complesse. Molti studi hanno cercato di capire gli effetti del sonno sulla processi di formazione della memoria. E’ stato scoperto per esempio che le persone che non dormono a sufficienza hanno più difficoltà a ricordare una serie di parole o di numeri poiché la loro memoria dichiarativa è compromessa dalla privazione del sonno. Sulla base degli esperimenti condotti, il sonno lento profondo aiuterebbe a recuperare le esperienze vissute e a eliminare le connessioni non necessarie. In altre parole, il sonno lento profondo migliora l'apprendimento, conservando solo le informazioni utili.
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3. Le donne hanno un punto G
VERO e FALSO Molto si è detto del punto G nella donna ma finora è stata fatta poca chiarezza su questa zona erogena femminile, anche perché alcuni studiosi dubitano perfino della sua esistenza, forse per la difficoltà di localizzarla con precisione. Col nome di punto G (così chiamato in riferimento al sessuologo tedesco Ernst Gräfenberg che ne riferisce per primo l'esistenza negli anni '50) viene definita una zona erogena all'interno della vagina che, stimolata, potrebbe aumentare il piacere e provocare un potente orgasmo femminile. Essa si troverebbe a circa 5 cm dall'ingresso della vagina, sulla parete anteriore superiore, al di sotto della vescica. La zona, intensamente innervata, sarebbe collegata alla clitoride e ad alcune ghiandole che a volte emettono un liquido durante l'orgasmo. Altri ritengono che si tratti solo di un’idea soggettiva. La Dr.ssa Catherine Solano afferma che "I sensori di piacere nel nostro corpo non sono sempre attivi. La stimolazione è efficace solo se è preliminarmente accompagnata da un eccitamento emotivo. L'orgasmo non è un fatto meccanico: deve essere appreso".
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4. La pillola anticoncezionale fa ingrassare FALSO
Questo pregiudizio è nato ai tempi della commercializzazione della prima pillola negli anni '60 quando i dosaggi ormonali erano più alti degli attuali. Nell’elenco degli effetti collaterali descritti nel foglietto istruzioni era presente “l'aumento di peso". La pillola è composta da ormoni estrogeni e progestinici. Effettivamente ad alte dosi gli estrogeni possono causare ritenzione idrica e i progestinici aumento della massa muscolare. Ma gli studi effettuati in questa direzione sono molto chiari: l'atto di prendere una pillola non ha alcun effetto sul peso. L'aumento di peso può essere causato dalla cessazione del fumo, dalle abitudini di vita sedentarie e dal trascorrere del tempo: dopo l’interruzione del periodo fertile le donne tendono ad aumentare di peso fino a circa 500 grammi all'anno.
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5. I videogiochi possono avere effetti positivi
VERO E’ opinione comune che i videogiochi abbiano solo effetti negativi: molti studi lo hanno dimostrato che dopo un periodo di gioco più o meno lungo, i giocatori controllano meno le proprie emozioni e sono più aggressivi. Una ricercatrice della Università of Illinois, Daphne Bavelier, ha confrontato un gruppo di giocatori e un gruppo di non-giocatori. I giocatori sono stati più attenti, sapevano considerare più elementi e individuare più oggetti contemporaneamente. Sapevano inoltre passare più rapidamente da un’azione a un'altra. I non-giocatori, una volta posti di fronte a un videogioco, hanno cominciato a sviluppare una maggiore attenzione visiva. Le esperienze successive hanno dimostrato che i videogiochi stimolavano la capacità di apprendimento, di memorizzazione, di ragionamento e consentivano anche ai bambini di sfogare l’aggressività e di riguadagnare la propria fiducia. Non va dimenticato che senza dialogo e senza controllo, il rischio di diventare dipendenti dai videogiochi aumenta enormemente.
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6. L'intolleranza al lattosio proviene dai nostri antenati VERO L'intolleranza al lattosio (= zucchero presente nel latte) è dovuta alla mancanza di lattasi, un enzima dell'intestino. Questo enzima, necessario per la digestione del latte, è presente in grande quantità nei neonati, il cui unico alimento è il latte materno, poi diminuisce nel tempo. L’intolleranza al lattosio inoltre passa da un 5-10% fino al 100% secondo che ci si riferisca a una popolazione europea, indiana, africana o asiatica. Alcuni ricercatori hanno pensato che questo potrebbe essere dovuto a una selezione naturale ma nuovi studi hanno dimostrato che il gene coinvolto nella produzione di lattasi è legato ai nostri stili di vita. In altre parole, le persone i cui antenati erano agricoltori e, quindi, consumavano più latte, hanno un tasso più basso di casi di intolleranza al lattosio (popolazioni europee). Nota L'intolleranza al lattosio non impedisce, a differenza dell’allergia al lattosio, di consumare latte o prodotti lattiero-caseari e non richiede necessariamente un’alimentazione senza latte o latticini. Formaggi stagionati e piccole quantità di latte o di ricette a base di latte (crepes, torte, sformati) non causano disturbi.
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7. I telefoni cellulari potrebbero causare tumori
VERO E FALSO
Nel 2010 lo studio Interphone, condotto su quasi 7.000 persone affette da tumori cerebrali, provenienti da 13 paesi diversi, ha cercato l’eventuale correlazione tra uso del telefonino e comparsa dei tumori cerebrali. Valutando il modo d’uso del telefonino lo studio ha evidenziato che il rischio di sviluppare un tumore aumenta del 40% nelle persone che lo usano per più di 30 minuti al giorno. Questo studio, basato solo sulla testimonianza verbale delle persone non ha raggiunto delle conclusioni sufficientemente credibili dal punto di vista scientifico. Tuttavia, a seguito di queste osservazioni, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nel 2011, ha dichiarato che “l'uso dei telefoni cellulari potrebbe avere effetti potenzialmente cancerogeni". Gli studi sulla nocività dei telefoni cellulari, anche se spesso discordanti fra loro, concordano sul fatto che, se ci sono dei rischi, essi sono molto bassi. Sappiamo che le onde elettromagnetiche colpiscono il cervello ma non sappiamo a partire da quale intensità e durata avviene l’alterazione del tessuto cerebrale perché la comparsa di un tumore può verificarsi più di 20 anni dopo l'esposizione.
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8. Con l'età, i tumori sono meno aggressivi FALSO Alla base dello sviluppo del cancro c’è uno squilibrio della riproduzione cellulare. Il DNA contenuto nel nucleo delle cellule, duplicandosi, gestisce la moltiplicazione o la morte programmata della cellula (“apoptosi"). Alcune cellule subiscono delle modificazioni e diventano "anormali". Quando queste ultime si radunano finiscono per dare origine ad un tumore. Se questi piccolissimi agglomerati di cellule tumorali cominciano a migrare e a invadere altri parti del corpo, diventano metastasi o tumori aggressivi. Con l’avanzare dell’età e con il declino delle difese immunitarie aumentano sia il rischio che le cellule vadano incontro a fenomeni di perdita della loro programmazione che quello della comparsa di tumori. Il corpo, meno vigoroso, non riesce a distruggere le cellule "anormali" o a riparare gli errori nel DNA. Secondo l'Istituto di sorveglianza sanitaria francese (InVS ), ogni anno più di un terzo dei nuovi casi di cancro coinvolge persone ultrasettantenni. La pericolosità, tuttavia, varia dal tipo di tumore: il cancro al seno è più frequente e più aggressivo prima dei 40 anni, mentre i tumori del polmone e del colon sono più frequenti nelle persone anziane, le stesse che, proprio a causa delle indebolite difese immunitarie, purtroppo mal sopportano trattamenti aggressivi come la radioterapia o la chemioterapia.
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