Accontentarsi di frutta e verdura, rinunciando al cibo a base di carne, pesce, e talvolta anche di uova o latticini, ha avuto, in origine, una connotazione morale o sacrificale. Per questo motivo civiltà e gruppi sociali che sostenevano la moderazione, l’autocontrollo, o qualche altra forma di rigore e sobrietà, tendevano ad essere prevalentemente vegetariani.
Tra i cristiani, durante i giorni di penitenza (Venerdì, Quaresima, Avvento) vigeva il divieto di mangiare carne animale. Durante questi giorni si mangiava “vegetariano” allo scopo di santificarsi, di progredire moralmente e spiritualmente.
San Benedetto, fondatore dell'ordine monastico dei Benedettini nel 529, ha imposto ai suoi monaci una dieta vegetariana. L'ordine di La Trappe (Frati Trappisti) fin dalla sua fondazione nel XVI° secolo, è stato strettamente contrario al consumo di carne, uova e altri alimenti di origine animale. Oggi, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno raccomanda vivamente ai suoi membri l’alimentazione vegetariana.
Tra gli indù, i Sikh, i Buddisti, il vegetarianismo è anche associato con lo spirito della non violenza. Oltre il 30% della popolazione indiana è vegetariana e il 30% degli indù esclude anche le uova.