Gentile Lettore

News Letter n. 2/2015 

Obesità e sovrappeso 

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L’accumulo di grasso è il risultato di un bilancio squilibrato, che si protrae nel tempo, tra la eccessiva introduzione di energia (cibo) e il consumo di energia (attività fisica). Tutte le strategie per la perdita di peso sono fondate su questo semplice teorema: ridurre le entrate e aumentare i consumi, ovvero diete ipocaloriche e cambiamenti di stile di vita

Le diete

Formulare una dieta ipocalorica non è impresa facile: richiede conoscenza chimica approfondita dei vari cibi, esperienza nelle associazioni di diversi alimenti, competenze di biochimica e fisiologia. Pertanto è opportuno affidarsi a professionisti competenti (dietologi, biologi specializzati, ecc.) e non improvvisare diete fai da te.
Semplificando, tre sono gli schemi di diete proposti:
- dieta a basso contenuto di grassi,
- dieta a basso contenuto di carboidrati,
- dieta mediterranea (ricca di vegetali, latte, carne di pollame e di pesce, olio d’oliva e noci)
Uno studio del 2008 ha messo a confronto  le 3 diete.
Tutte le 3 diete, con un apporto calorico di 1500kcal per le donne e 1800kcal per gli uomini, hanno prodotto cali di peso anche se i risultati più soddisfacenti e di più lunga durata si sono avuti con la dieta mediterranea e con la dieta a basso contenuto di carboidrati.
Tra i carboidrati è bene distinguere quelli ad alto indice glicemico e quelli a basso indice glicemico che sono da preferire. L’indice glicemico (IG) rappresenta la velocità con la quale aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di 50 grammi di carboidrati. L’indice  di riferimento è il glucosio. Se la velocità con la quale un carboidrato aumenta la glicemia è uguale a quella del glucosio si avrà un indice glicemico di 100, se la velocità è  più bassa del 50% si avrà un indice di 50 e così via.

• Fra gli alimenti ad alto IG ricordiamo: zucchero, miele, pane bianco, patate, cereali per la prima colazione, riso, uva, banane, carote.

• Fra quelli a moderato IG troviamo : pane integrale, pasta (gli spaghetti sono quelli ad IG più basso), mais, arance, riso brillato, cereali integrali.

• A basso IG sono: fruttosio, yogurt, piselli, mele, pesche, fagioli, noci e latte.

La quantità di carboidrati moltiplicata per il loro rispettivo IG rappresenta il “carico glicemico” che nelle diete va ridotto.

Il meccanismo biochimico è il seguente: al rapido aumento della glicemia nel sangue il pancreas risponde liberando insulina; ne consegue un calo della glicemia che viene captato dai centri ipotalamici (cervello) che a loro volta stimolano il senso di fame e quindi una nuova assunzione di cibo. Si innesca così il circolo vizioso che porta al sovrappeso, quindi all’obesità e infine al diabete.

Stile di vita

L’attività fisica è essenziale per favorire la perdita di peso con qualunque dieta.
Un imponente studio del 2007 multicentrico, randomizzato e controllato, condotto su 5145 individui obesi o in sovrappeso con diabete di tipo 2 di età compresa tra 45-74 anni, ha fornito risultati sorprendenti. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il primo trattato con dieta tradizionale e farmaci antidiabetici, il secondo con l’aggiunta di un programma di aumento dell’attività fisica. La differenza dei risultati è stata clamorosa. Il primo gruppo ha perso lo 0,7% del peso dopo un anno mentre il secondo gruppo nello stesso periodo ha perso  l’8,6% del peso. Questo grande studio basta da solo a dimostrare che le diete sono scarsamente efficaci se non accompagnate da un incremento dell’attività fisica. http://care.diabetesjournals.org/content/30/6/1374.full.pdf

Gli integratori alimentari

Il mercato propone una grande varietà di integratori alimentari con finalità dimagranti e con diversi meccanismi d’azione: stimolatori della termogenesi (consumo basale dell’organismo), facilitatori della digestione delle proteine, stimolatori tiroidei, stimolatori della diuresi, stimolatori del senso di sazietà.
Nessuno di questi prodotti può prescindere da una dieta equilibrata.

Vi sono infine prodotti per il dimagrimento che si propongono di rimpiazzare completamente i pasti. Il loro uso deve essere controllato strettamente dal medico; questi “pasti sostitutivi” non possono essere utilizzati per più di 3 settimane (obbligo della dicitura in etichetta - Regolamento (CE) n. 1924/2006) e possono essere nocivi in caso di abuso.

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